NFT: una rivoluzione appena iniziata
Il Collins Dictionary è uno dei più noti dizionari di lingua inglese, e ogni novembre elegge la parola innovativa ed emblematica dell’anno. Ad aggiudicarsi questo riconosci
acf domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /home/sites/changes.erweb.it/web/wp-includes/functions.php on line 6131Le tecnologie intellettuali come l’orologio e la macchina così come quelle digitali hanno un’influenza diretta sul nostro pensiero.
La tecnologia è neutra, tutto dipende da come la si usa. Siamo sicuri? In questo articolo sveliamo perché si tratta di un falso mito e soprattutto di cosa ci resta da fare nei confronti del digitale, preso atto della sua influenza su di noi.
Il modo in cui un mezzo di comunicazione viene costruito e progettato porta con sé delle intenzioni e dei valori che plasmeranno il comportamento con cui l’utente finale lo userà. McLuhan già negli anni ’60, sosteneva che nel lungo periodo il contenuto di un medium ha molta meno importanza del medium stesso nell’influenzare il modo in cui pensiamo e agiamo.
Ci sono delle cosiddette tecnologie intellettuali in cui rientrano per esempio l’orologio, le mappe e la macchina da scrivere che hanno modificato il modo di pensare dell’uomo, il suo modo di vedere il mondo. Ovviamente in questa categoria rientra anche internet. Agendo sul modo di pensare, va da sé che le implicazioni etiche siano forti e a volte non pienamente comprese agli albori del loro sviluppo. Per esempio l’invenzione dell’orologio ha contribuito fortemente allo sviluppo del pensiero scientifico e al passaggio dal Medioevo al Rinascimento e Illuminismo. Il tipo di strumento che abbiamo in mano forma i nostri pensieri e le nostre scelte.
Avere in mano un martello o un pennello per esempio ci porta, di per sé, ad azioni diverse. Allo stesso modo funziona il nostro smartphone: il modo in cui è costruito e sono progettate le App al suo interno, contribuisce a determinati comportamenti piuttosto che altri.
Inoltre consideriamo che per costruire i prodotti digitali che usiamo c’è un esercito di ingegneri, designer, psicologi e neuroscienziati che studiano i nostri comportamenti più inconsapevoli e automatici per spronarci a fare ciò che è di maggior interesse per loro: ovvero usare i loro servizi. Il tutto in modo estremamente personalizzato. Infatti se la tv era uguale per tutti, ciò che vediamo nello smartphone ha un livello di personalizzazione molto più elevato.
Quindi siamo dei meri utilizzatori passivi di una serie di strumenti digitali che ci fanno agire inconsapevolmente? Non credo sia così semplice dare una risposta a questa domanda in modo univoco. Ciò che però può esserci utile è interrogarsi su quali comportamenti mettere in atto per avere un po’ più di controllo del tempo che dedichiamo alla tecnologia. Infatti come in tutte le relazioni, anche quella con la tecnologia che usiamo è caratterizzata da due versanti (noi e l’altro) e ciò che possiamo fare in modo diretto è agire sul nostro comportamento, non su ciò che l’altro fa.
Quindi la domanda che ti lascio su cui riflettere è: Nella mia giornata c’è una qualche abitudine d’uso del mio smartphone/chat/mail ecc. che effettivamente faccio automaticamente senza rendermi conto? Se sì, prova a renderti conto quando lo fai e a diminuire anche solo di un 10% questa tendenza.